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Delitto di Villa Pamphili, L’uomo sarebbe un famoso regista con 3 milioni di euro. La piccola Andromeda uccisa perché piangeva

Rexal Ford, Rexal Ford,

ROMA – Si era presentato come un regista in cerca di location per un film internazionale, ma dietro l’apparente professionalità si celava una verità drammatica: Rexal Ford, alias Rexal Kaufmann, è ora al centro delle indagini per il duplice omicidio della compagna Stella Ford e della loro bambina di otto mesi, i cui corpi sono stati ritrovati il 7 giugno nel parco di Villa Pamphili, a Roma.

Il volto della truffa

Vestito con cura, apparentemente sicuro di sé e sostenuto da un produttore inglese, Ian Franses, Ford aveva incontrato il 7 maggio scorso una casa di produzione cinematografica a Roma, presentandosi con Stella e la piccola. Il progetto? Un film da 3 milioni di euro dal titolo Food Fight, da trasferire da Malta all’Italia. I collaboratori della società romana lo accolsero con disponibilità. «Sembrava un filmmaker come tanti, nulla di sospetto», raccontano oggi. «Ma non riusciamo più a dimenticare l’immagine di quella donna e della bambina nel nostro cortile, ignari di quello che sarebbe accaduto».

Le bugie e la messinscena

Le indagini stanno ora ricostruendo l’impostura tessuta da Ford: non c’è traccia di un matrimonio a Malta, come lui sosteneva, né prove reali di legami con il figlio di George Harrison o con l’ex rockstar Lita Ford, che avrebbe falsamente indicato come madre. In un messaggio vocale inviato allo scrittore Federico Carro, Ford piange miseria, affermando che Stella l’ha lasciato e che lui è rimasto solo con la neonata. Ma l’audio, risalente al 5 giugno, contiene un dettaglio sconvolgente: il pianto della bambina, ancora viva due giorni prima del ritrovamento dei cadaveri.

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Una vita di menzogne

Ford – che secondo gli inquirenti era senza fissa dimora e si muoveva tra Malta e Roma – si è inserito nel mondo del cinema con un mix di mezze verità e clamorose bugie. Usava contatti reali come quello con Franses per legittimare le sue false credenziali. Anche dopo il presunto omicidio, ha continuato a inviare mail a società cinematografiche, fingendosi attivo e in cerca di finanziamenti. In realtà, le autorità lo stavano già monitorando. Il progetto Food Fight, secondo la polizia, non è mai esistito.

L’arresto e l’immagine che incastra

Dopo la scoperta dei corpi a Villa Pamphili, le indagini si sono concentrate su Ford. A far scattare l’allarme definitivo è stata la foto che lo ritraeva insanguinato a piazza Farnese, probabilmente dopo un litigio con la compagna. Alcuni dei produttori che lo avevano incontrato lo hanno riconosciuto e segnalato alla polizia.

Indagini internazionali

Gli inquirenti italiani sono ora in contatto con le autorità maltesi per ricostruire l’intera traiettoria di Ford. A Malta, l’uomo avrebbe trascorso gli ultimi mesi con Stella e la bambina, prima di trasferirsi a Roma. Gli investigatori vogliono capire se il presunto film sia mai esistito o sia stato solo uno strumento per garantirsi ospitalità e credibilità.

Il silenzio dei coinvolti

Contattato dal Corriere della Sera, Ian Franses, il produttore che aveva presentato Ford, ha rifiutato ogni commento: «Non posso parlare di Rexal, la fermo subito». Ma il suo silenzio alimenta dubbi sul reale livello di conoscenza del passato dell’uomo.

Un crimine che fa tremare il mondo del cinema

La vicenda ha scosso l’ambiente cinematografico romano e internazionale. La figura di Ford, costruita su un castello di finzioni, ha trovato spazio grazie a referenze apparentemente solide. Il suo fascino e la narrazione di un progetto in corso hanno mascherato fino all’ultimo l’orrore che si stava consumando. Ora resta da capire se e in quale misura altre persone siano state ingannate.

 

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