Farmacia, arriva la rivoluzione: I farmacisti dovranno vendere i medicinali sfusi. La novità
«Ridurre gli sprechi e dare ai pazienti esattamente quello che serve», ma anche «aiutare l’ambiente». Sono gli obiettivi che la vendita di medicinali sfusi potrebbe raggiungere. Ad annunciare l’avvio di un progetto per sperimentare, anche nel nostro Paese, questo tipo di dispensazione è stato il direttore generale dell’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), Luca Li Bassi.
La novità, per il ministro della Salute Giulia Grillo, «potrebbe rivoluzionare la vendita dei farmaci al dettaglio e sarebbe veramente un grande passo avanti». L’idea di sperimentare in Italia la vendita dei farmaci sfusi, ovvero non più venduti in confezioni che ne contengono dosi eccessive rispetto alla necessità, ricorda Grillo è «uno dei punti che avevamo portato avanti nel documento di governance farmaceutica» ma è anche «una grande battaglia che ho portato avanti già dalla scorsa legislatura» quando, allora deputata, fece approvare un emendamento in tal senso alla Legge di Stabilità 2015.
L’obiettivo del progetto, è soddisfare i bisogni sanitari e migliorare l’efficientamento delle risorse, spiega il dg Aifa. «Non si tratta solo di ridurre i costi dovuti allo spreco di farmaci inutilizzati, ma anche ridurre l’inquinamento ambientale, perché se avanzano dosi da smaltire, queste possono finire disperse nell’ambiente e avere un impatto negativo anche sull’uomo.
C’è poi una questione di approprietezza, perché avere farmaci avanzati favorisce l’automedicazione. Un elemento a cui bisogna dare evidenza perché, ad esempio, quasi il 10% degli antibiotici sono assunti senza ricetta medica. E questo avviene anche perché giacciono nell’armadietto dosi inutilizzate». Il farmaco monodose, d’altronde, è in sperimentazione in Svizzera e Francia e «da tempo è realtà nei paesi anglosassoni, dove è cultura diffusa e radicata». Anche in Italia però non si parte da zero.
«Abbiamo – ricorda il dg dell’Aifa – esperienze presso le farmacie ospedaliere di alcuni ospedali, come in Lombardia e Liguria». Per quanto riguarda la tempistica, infine, la sperimentazione pilota dovrebbe «iniziare entro qualche mese». Intanto da un paio di settimane è stato avviato presso l’Aifa, un gruppo di lavoro interno per studiare esperienze europee ed extraeuropee al fine di identificare benefici, possibili problematiche ed eventuali soluzioni.
«Una volta terminata questa fase ci apriremo al confronto con gli stakeholders, ovvero farmacisti, distributori, produttori, pazienti e medici». Sull’accoglienza da parte dell’industria Li Bassi si dice «ottimista», d’altra parte, «non è nell’interesse di nessuno che i prodotti vengano sprecati».