È ricoverato in condizioni critiche all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli il piccolo Pietro, 9 mesi appena, originario di Villammare, frazione del comune di Vibonati (Salerno). La sua lotta per la vita continua in un reparto di terapia intensiva, dove i medici stanno facendo l’impossibile per salvarlo. La sua prognosi resta riservata, mentre il caso scuote profondamente l’opinione pubblica e accende i riflettori su un contesto familiare estremamente delicato.
Il ricovero d’urgenza e il quadro clinico
Pietro è stato trasportato in eliambulanza al Santobono giovedì scorso, dopo un primo intervento d’urgenza effettuato all’ospedale di Sapri, dove era arrivato in coma profondo, disidratato e con evidenti segni di ipotonia muscolare. Fondamentale l’intervento del reparto di Anestesia e Rianimazione diretto dal dottor Emidio Ciancola, che è riuscito a stabilizzare le condizioni del piccolo prima del trasferimento a Napoli.
Una volta giunto al Santobono, i medici hanno scoperto un quadro agghiacciante: edema cerebrale, fratture al cranio nella zona retroauricolare, rottura del femore destro e lesioni pregresse alle costole. Pietro ha subito due delicatissimi interventi di neurochirurgia per ridurre la pressione intracranica, ma le sue condizioni restano estremamente gravi. Le prossime ore saranno decisive.
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L’inchiesta: traumi di natura non accidentale
La Procura di Lagonegro ha aperto un’inchiesta per chiarire l’origine dei traumi. I carabinieri della Compagnia di Sapri stanno conducendo le indagini, ascoltando le persone più vicine al bambino: la madre, il nuovo compagno della donna e il padre biologico del neonato. Secondo una prima ricostruzione, le lesioni sarebbero avvenute in momenti differenti: quelle alla testa sembrerebbero recenti, mentre le fratture alle costole sarebbero datate, segno di un possibile quadro di maltrattamenti ripetuti nel tempo.
Famiglia divisa e precedenti denunce
Il piccolo viveva con la madre, una 29enne originaria di Licusati, trasferitasi da pochi mesi a Villammare con un nuovo compagno e un altro figlio di quattro anni. Il padre biologico, un panettiere residente a Sapri, è giunto immediatamente in ospedale non appena appresa la notizia. Tra i due genitori, separati da alcuni mesi, è in corso un procedimento giudiziario per motivi legati alla custodia e a presunti maltrattamenti, per i quali la donna aveva sporto denuncia contro l’ex compagno.
In un post sui social, la madre ha dichiarato di essersi recata al pronto soccorso il 28 maggio per problemi respiratori del bambino, e che in quell’occasione Pietro era stato dimesso con una semplice prescrizione di antibiotici. Ha chiesto rispetto per la sua famiglia, invitando a non emettere giudizi affrettati.
Un’indagine difficile, un bambino tra la vita e la morte
I magistrati mantengono il massimo riserbo sull’inchiesta, ma il quadro sembra delineare ipotesi di maltrattamenti gravi e reiterati, forse all’interno delle mura domestiche. Nessuno, al momento, risulta formalmente indagato, ma gli accertamenti proseguono con attenzione, anche per capire se vi siano state omissioni o sottovalutazioni da parte delle strutture sanitarie nei giorni precedenti il ricovero.
Intanto, su quel lettino di rianimazione, il piccolo Pietro continua a combattere una battaglia silenziosa e straziante, mentre una comunità intera attende, col fiato sospeso, che la giustizia faccia il suo corso — e che la vita, se possibile, abbia ancora l’ultima parola.