Sono trascorsi cinquant’anni da quel 12 maggio 1975, quando la piccola Ottavia De Luise, una bambina di 12 anni, uscì dalla sua casa di Montemurro (Potenza) per non farvi mai più ritorno. Un giorno come tanti che si trasformò in un enigma senza risposta. Ottavia, figlia di Egidio De Luise e Luisa Guacci, era la più piccola di otto figli e quel giorno si sarebbe dovuta recare in una masseria poco distante. Nessuno poteva immaginare che sarebbe stata l’ultima volta in cui qualcuno l’avrebbe vista.
L’ultima testimonianza e le indagini mai approfondite
L’ultima persona ad aver incontrato Ottavia fu una donna del paese, che riferì di averla vista nei pressi della parrocchia del Carmine, lungo la strada per Armento. Poi, il silenzio. A quel tempo, Montemurro era un piccolo centro isolato, dove tutti si conoscevano e le sparizioni apparivano inconcepibili. Eppure, nessuno seppe – o volle – dire cosa fosse accaduto. Le indagini furono minime, e presto il caso cadde nell’oblio.
Il ritorno dell’attenzione mediatica
Solo nel 2011 il giornalista Fabio Amendolara riportò alla luce la vicenda. Grazie al suo lavoro, il caso è approdato anche nella trasmissione Chi l’ha visto?, contribuendo a riaccendere l’attenzione pubblica. E oggi, mezzo secolo dopo, l’associazione Libera organizza un momento di memoria collettiva: il 12 maggio 2025, nella sala San Domenico di Montemurro, si terrà un incontro per ricordare Ottavia e per rinnovare l’impegno nella ricerca della verità.
Lettere anonime e silenzi pesanti
Nel corso degli anni, la famiglia ha ricevuto lettere anonime contenenti dettagli agghiaccianti: la bambina, secondo queste fonti, sarebbe stata molestata da uomini del paese, abusata e infine uccisa. I carabinieri all’epoca avevano annotato sospetti simili, ma nessuna denuncia formale venne mai presentata, né si arrivò a una svolta investigativa. Il sospetto che in paese “in molti sapessero” è sempre rimasto sospeso, senza trovare conferme ufficiali.
La testimonianza del 2023: la pista della “vendita”
Nel 2023, una dichiarazione shock ha nuovamente scosso la memoria del caso. Raffaele Pagnozzi, un ex autotrasportatore di animali, ha raccontato di aver ascoltato una conversazione tra un commerciante di Armento e proprio il padre della bambina, Egidio De Luise. Secondo quanto riferito, De Luise avrebbe detto di aver “venduto Ottavia per 700mila lire” e che la piccola si trovava “al quinto piano di un palazzo”. Un’affermazione terribile, smentita nei fatti dalla denuncia di scomparsa sporta dallo stesso De Luise pochi giorni dopo la sparizione. Anche questa pista, però, non ha avuto seguito nelle indagini.
Un mistero irrisolto, ma ancora vivo
Il caso di Ottavia De Luise resta uno dei più inquietanti cold case italiani, intriso di omertà, sospetti e domande mai risolte. Per la sua famiglia, per la comunità di Montemurro e per chi chiede verità e giustizia, ogni anno che passa è un’occasione persa. Ma il ricordo di quella bambina dagli occhi grandi e la determinazione di chi continua a raccontarne la storia, impediscono al silenzio di seppellirla del tutto.
Il 12 maggio, 50 anni dopo, Montemurro si fermerà ancora una volta per Ottavia. In attesa di risposte che, forse, solo il coraggio e la memoria condivisa potranno ancora portare alla luce.