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Home Fatti Nada Cella, riaperte le indagini, la verità nascosta nei bottoni. Parla la criminologa che ha fatto riaprire le indagini
  • Fatti

Nada Cella, riaperte le indagini, la verità nascosta nei bottoni. Parla la criminologa che ha fatto riaprire le indagini

  • Adriana Costanzo
  • 11 Maggio 2025
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Il brutale omicidio di Nada Cella, la giovane segretaria venticinquenne uccisa il 6 maggio 1996 a Chiavari nello studio di un commercialista in via Marsala, è rimasto per oltre venticinque anni un mistero avvolto da silenzi, errori investigativi e piste abbandonate. Oggi, grazie al lavoro della criminologa Antonella Delfino Pesce, il caso è tornato alla ribalta, con un processo aperto nel 2025 contro l’unica imputata, Annalucia Cecere, già indagata e poi archiviata nei primi giorni dell’inchiesta originaria.

Il delitto

Nada Cella era arrivata come ogni mattina in bicicletta nello studio di Marco Soracco, dove lavorava da cinque anni. Fu lui, salendo dall’appartamento al piano superiore, a trovare il suo corpo riverso in una pozza di sangue: la ragazza era stata colpita con violenza al capo, forse con un oggetto contundente mai rinvenuto, o contro il muro. Il corpo mostrava numerose ferite, tra cui un taglio all’inguine, mentre l’ufficio appariva ordinato, quasi a voler occultare l’atroce aggressione. Il computer acceso e l’assenza di segni di effrazione fecero subito pensare a un’aggressione da parte di qualcuno conosciuto dalla vittima.

Le prime indagini e gli errori

Le indagini iniziali si scontrarono con l’assenza di un movente, dell’arma del delitto e di testimoni oculari. Nessun urlo fu sentito nello stabile, nonostante il portone fosse aperto per le pulizie. I rilievi evidenziarono tracce di sangue sulle scale, un bottone sconosciuto accanto al corpo e un anellino d’oro, di origine incerta. Nessun segno di violenza sessuale, nessun furto.

Tra gli indagati finirono dapprima una vicina, poi Soracco stesso, ma entrambe le posizioni furono archiviate. Anche un possibile collegamento con un altro omicidio, quello della prostituta Giordana Matic, si rivelò infondato. Le indagini si arenarono e nel 1998 il caso fu archiviato. Nel frattempo, la famiglia di Nada continuò a chiedere giustizia, senza mai arrendersi.

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Il ritorno dell’attenzione mediatica e i nuovi spunti

Nel corso degli anni, la trasmissione “Chi l’ha visto?” riportò l’attenzione sul caso. Emergono nuovi dettagli: il computer della vittima era stato acceso molto prima dell’orario abituale, e una stampa contenente il nome “Stefano” risaliva alle 8.50 del giorno dell’omicidio. Un collega di Soracco riferì di frasi inquietanti dette da lui due settimane prima del delitto, che lasciavano presagire un evento drammatico.

Nel 2003 e successivamente nel 2021 le indagini vennero riaperte. Proprio allora, un dettaglio dimenticato assunse nuova importanza: un verbale dei carabinieri del 1996 documentava il sequestro di alcuni bottoni nell’abitazione di Annalucia Cecere, molto simili a quello ritrovato accanto al corpo di Nada.

L’imputazione di Annalucia Cecere

Annalucia Cecere, ex insegnante trasferitasi da Chiavari poco dopo l’omicidio, conosceva Soracco e si presume provasse gelosia per Nada, desiderando forse prendere il suo posto in studio. Alcuni testimoni la collocarono nei pressi del luogo del delitto proprio quella mattina, tra cui una donna che telefonò alla madre di Soracco riferendo di averla vista nascondere qualcosa sotto la sella dello scooter. Questo mezzo fu poi sequestrato nel 2021, e vi furono rilevate tracce di sangue.

La Cecere fornì un alibi incerto: avrebbe lavorato in uno studio dentistico a Sestri Levante, ma il dentista non confermò con certezza la sua presenza. La Procura di Genova chiuse le indagini nel 2023, chiedendo il rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Contemporaneamente, Soracco e la madre furono accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni, ma il 1° marzo 2024 furono prosciolti.

Il ruolo decisivo di Antonella Delfino Pesce

Determinante per la riapertura del caso è stato il lavoro di Antonella Delfino Pesce, criminologa e ricercatrice, che tra il 2017 e il 2019 ha avviato uno studio sul delitto partendo da una tesina universitaria. La sua attività è diventata presto una vera indagine sotto copertura, culminata con un incontro nel 2019 con Annalucia Cecere a Boves, in provincia di Cuneo. La Cecere, inizialmente cordiale, cambiò radicalmente atteggiamento alla menzione di Adelmo Roda, un ex fidanzato legato al suo passato chiavarese.

Da quel momento, la criminologa fu bersagliata da una valanga di messaggi minacciosi: centinaia di telefonate, sms e vocali, alcuni con contenuti esplicitamente violenti. Le minacce la costrinsero a installare un sistema di videosorveglianza nella sua abitazione.

Durante il processo, Delfino Pesce ha testimoniato anche sull’ambiguo comportamento di Marco Soracco. I due avevano instaurato un rapporto di amicizia, poi logorato dal riemergere del caso. In un confronto verbale, Soracco avrebbe detto: «A te di Nada non te ne è mai fregato niente», provocando la sua reazione: «Mi ha rovinato la vita». In un momento di commozione, avrebbe ammesso: «Non so niente o forse ho rimosso».

Cruciale, secondo la criminologa, fu il rinvenimento del verbale del ’96 che documentava il sequestro dei bottoni nella casa della Cecere, elemento che confermava l’inspiegabile leggerezza delle indagini iniziali.

La madre di Nada e la memoria che non si arrende

Determinante è stato anche il ruolo di Silvana Smaniotto, madre di Nada, che ha affidato a Delfino Pesce tutti i documenti in suo possesso, contribuendo con dignità e forza a tenere viva la memoria della figlia e la richiesta di giustizia. Un contributo prezioso, condiviso anche con l’avvocata di parte civile Sabrina Franzone, che ha accompagnato questo lungo e doloroso percorso verso la verità.

Il processo è oggi in corso, con al centro una domanda che per troppo tempo è rimasta senza risposta: chi ha ucciso Nada Cella e perché? La speranza, alimentata dalla tenacia di chi non ha mai smesso di cercare, è che questa volta la giustizia riesca finalmente a fare luce su uno dei casi più inquietanti della cronaca italiana recente.

Il luogo del delitto di Nada Cella
I rilievi sulla scena del crimine
Le indagini su Marco Soracco
I dettagli del pc acceso ad un orario insolito
Annalucia Cecere iscritta nel registro degli indagati
Lo scooter della Cecere
La deposizione di Antonella Delfino Pesce
Il sequestro dei bottoni nell’abitazione di Annalucia Cecere

 

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