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Simona Cinà, perchè nessuno ha avvisato la mamma. C’è una ipotesi, si indaga per omicidio

Simona Cinà, perchè nessuno ha avvisato la mamma. C’è una ipotesi, si indaga per omicidio

Simona Cinà morta a Palermo Simona Cinà morta a Palermo

Era una ragazza piena di vita, con una passione viscerale per lo sport e per l’acqua. Proprio l’acqua, quella che per lei rappresentava gioia, libertà e movimento, è diventata invece la tragica cornice della sua fine. Simona Cinà, vent’anni appena, è stata trovata morta in una piscina durante una festa di laurea a Bagheria, in provincia di Palermo. Alla festa c’erano circa 80 persone. Eppure, nessuno si sarebbe accorto della sua assenza per quasi un’ora.

I genitori, Luciano e Giusi, affranti e increduli, chiedono giustizia e chiarezza: vogliono sapere cosa sia davvero accaduto in quella villa. Con loro ci sono anche il fratello Gabriele e la sorella gemella Roberta, uniti dallo stesso dolore e da una serie di interrogativi che, ad oggi, restano ancora senza risposta.

Un fascicolo aperto per omicidio colposo, ma tante domande aperte

La Procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta ipotizzando inizialmente l’omicidio colposo. Al momento non ci sono indagati, ma gli inquirenti stanno cercando di ricostruire i fatti per capire se si sia trattato di un malore improvviso o di un tragico incidente. A fare luce su quanto accaduto sarà l’autopsia, affidata al medico legale, e prevista nei prossimi giorni. Intanto la salma della giovane è stata trasferita all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo.

“Era un pesce in acqua”: il dolore e lo stupore della famiglia

“Simona viveva per l’acqua, amava nuotare, faceva surf, giocava a pallavolo e curava il suo corpo. Era sana, piena di energia, non può essere morta così”. Le parole del padre, Luciano, sono cariche di dolore ma anche di incredulità. La madre, Giusi, aggiunge: “Non abbiamo avuto neppure il tempo di essere avvisati. Ho scoperto tutto per caso, chiamando il cellulare di mia figlia verso le cinque del mattino. A rispondere è stato un amico, che ci ha detto che Simona aveva avuto un incidente e che stavano cercando di rianimarla. Ma era già morta”.

Giallo sulla morte di Simona Cinà, la pallavolista non è annegata. Tracce di sangue e oggetti scomparsi

“Troppe cose non tornano”: dubbi, silenzi e dettagli sospetti

Quando i familiari sono arrivati alla villa, hanno trovato un’atmosfera surreale: i ragazzi rimasti erano in silenzio, alcuni ancora bagnati, nessuno parlava. Nessuno sapeva spiegare esattamente cosa fosse successo. La sorella Roberta racconta che non hanno trovato i vestiti di Simona, solo le sue scarpe. “Era in costume, ma il bracciale che aveva al polso lo aveva conservato nella borsa, come faceva sempre quando era lucida e presente. Quindi era cosciente. Allora, cosa è successo davvero?”.

Anche l’avvocato della famiglia, Gabriele Giambrone, parla di incongruenze: “Non c’erano bottiglie d’alcol, la piscina era pulita, eppure nell’invito si parlava chiaramente di open bar. Tutto è stato ripulito troppo in fretta, forse addirittura prima dell’arrivo dei carabinieri. Una cosa così non si fa in dieci minuti. Si è forse atteso a chiamare i soccorsi?”

Gli orari sospetti: 50 minuti da chiarire

Secondo la testimonianza di un’amica, l’ultima volta che Simona è stata vista viva erano le 3:20, mentre ballava vicino alla consolle del dj. L’allarme al 112 è arrivato alle 4:10. Cinquanta minuti in cui nessuno avrebbe notato la sua assenza in una piscina piccola, circondata da decine di persone. Perché? E perché i genitori non sono stati immediatamente informati?

Pochi video, una festa cancellata troppo in fretta

Dei tanti momenti della serata, sono pochi i video rimasti. Solo due clip inviate dalle amiche più strette: uno in cui Simona balla sorridente con un bicchiere in mano, l’altro mentre canta con due ragazze. Nessuna immagine della torta, dei brindisi, degli altri partecipanti. “Una festa di laurea con 80 invitati e non ci sono video? Non è normale”, commenta il legale della famiglia.

Possibili tracce di sangue e oggetti trovati

Sul bordo piscina sarebbero state trovate alcune tracce di sangue. Uno dei ragazzi presenti è stato portato in caserma per il prelievo del DNA: avrebbe riferito di essersi ferito colpendo un muro con un calcio per lo choc della notizia. Inoltre, in un’area appartata della villa, sono stati rinvenuti due bicchieri con tracce di alcol e un paio di slip da uomo. Ma nessuno ha ancora spiegato cosa ci facessero lì.

L’inquietante messaggio nell’invito

Colpisce anche un passaggio dell’invito WhatsApp alla festa, che oggi assume un tono sinistro: “Ci sarà anche una piscina in villa! Se proprio a fine serata qualcuno è troppo ubriaco e per caso cade in piscina, considerate l’idea di portare un costume in macchina”. Un dettaglio che, letto alla luce di quanto accaduto, fa rabbrividire.

Il dolore della comunità

Simona era una giovane amata, sportiva e piena di sogni. I suoi compagni di squadra della società di beach volley, la Acg Beach, la ricordano con commozione: “Era solare, positiva, determinata. È impossibile credere che non ci sia più”. La famiglia Cinà chiede solo una cosa: verità. Verità su cosa è successo in quella piscina. Verità su come sia possibile che una ragazza piena di vita, che sapeva nuotare, che amava l’acqua, possa essere morta così, in silenzio, sotto gli occhi di decine di persone. La speranza è che la giustizia faccia il suo corso e che Simona possa avere finalmente la risposta che merita.

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