Si infittisce il giallo attorno all’omicidio di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nella sua abitazione di Garlasco il 13 agosto 2007. A distanza di 18 anni, e nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di carcere, la Procura di Pavia continua a indagare, stavolta anche su un possibile coinvolgimento di Andrea Sempio, amico di Chiara e in passato già attenzionato dagli inquirenti. Ora, un nuovo nome emerge nei fascicoli dell’inchiesta: si tratterebbe di Antonio, un ex vigile del fuoco oggi in pensione, sul quale però le autorità non hanno fornito alcun dettaglio ufficiale circa il suo eventuale ruolo.
Le domande su Antonio e il malore della madre di Sempio
Il nome di Antonio sarebbe stato menzionato per la prima volta durante un recente colloquio investigativo avvenuto presso la caserma dei carabinieri di Milano, dove è stata convocata la madre di Andrea Sempio, Daniela Ferrari. La donna era già stata sentita due volte in passato, nel 2008 e nel 2017, in relazione alle indagini sull’omicidio, ma questa volta avrebbe deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere dopo essersi sentita male.
Ad accompagnarla in caserma, l’avvocata del figlio, Angela Taccia, che però, come previsto dalla legge, non ha potuto assistere all’interrogatorio. È proprio Taccia a confermare che i carabinieri avrebbero posto domande su Antonio, ma senza chiarire il nesso diretto tra quest’uomo e l’indagine o il contesto investigativo. Secondo quanto emerso, la madre di Sempio non vedrebbe Antonio da oltre 20 anni e avrebbe avuto con lui solo sporadici contatti via messaggio, in occasioni come gli auguri per le festività.
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La replica della difesa: “Andrea non lo conosce nemmeno”
Intervistata da Fanpage.it, l’avvocata Taccia ha voluto sottolineare il disagio provato dal suo assistito e dalla famiglia: “Andrea è molto irritato per il trattamento riservato alla madre, già visibilmente provata e fragile dal punto di vista della salute”, ha dichiarato. Ha inoltre precisato che Andrea Sempio non conosce Antonio, né ha mai sentito nominare quest’uomo, invitando a evitare speculazioni pubbliche senza fondamento. “Pregherei tutti quanti di essere estremamente cauti anche solo nell’esprimere pubblicamente opinioni personali prive di fondamento, nel rispetto della famiglia Sempio e della terza persona coinvolta.”
L’avvocato Tizzoni: “Nessun elemento scalfisce la colpevolezza di Stasi”
Sul nuovo filone investigativo si è espresso anche Gianluigi Tizzoni, avvocato della famiglia Poggi, che ha ridimensionato l’importanza di questi ultimi sviluppi, definendoli come “una preoccupante fuga di notizie” e ribadendo che la posizione di Stasi rimane intatta. “Anche se ci fosse un dubbio sull’alibi di Sempio, ciò non intaccherebbe la responsabilità di Stasi, la cui colpevolezza è stata accertata sulla base di ben sette elementi gravi a suo carico”, ha affermato.
Tizzoni ha inoltre ricordato che Sempio aveva fornito un alibi solido, basato su una ricevuta di parcheggio a Vigevano, rinvenuta dai suoi genitori circa un anno dopo il delitto. Ha però voluto lanciare un monito contro il rischio che si crei una caccia a nuovi possibili colpevoli senza fondamento, aggiungendo che l’assenza di alibi, in mancanza di altri elementi concreti, non è sufficiente a giustificare un sospetto penale.
Un’indagine che continua, tra ombre e nuove piste
Resta il fatto che gli investigatori non abbiano ancora chiarito il ruolo dell’ex vigile del fuoco, né se si tratti semplicemente di un contatto di vecchia data con la famiglia Sempio o di una figura potenzialmente collegata a quella tragica mattina d’estate. Il mistero si infittisce, ma le domande restano: cosa cercavano i carabinieri quando hanno chiesto di Antonio? E soprattutto, può davvero questa nuova pista riaprire scenari già considerati chiusi? Per ora, nessuna risposta ufficiale, ma solo ipotesi e un clima di tensione che torna ad avvolgere Garlasco.