Il servizio svolto nelle scuole paritarie non fa maturare scatti di stipendio nel sistema statale. A stabilirlo รจ la Corte di Giustizia dellโUnione Europea, che ha confermato la normativa italiana giร contenuta nellโarticolo 485 del Testo Unico della scuola.
Scatti di stipendio, la Corte UE esclude il servizio nelle scuole paritarie
Secondo la Corte, la differenza non dipende dal tipo di contratto (a tempo determinato o indeterminato), ma dalla natura dellโistituto scolastico. Poichรฉ le scuole paritarie sono enti privati, lo Stato non รจ obbligato a riconoscere lโanzianitร economica maturata al loro interno. In pratica, chi ha insegnato per anni nelle paritarie, quando entra nella scuola statale, riparte dalla fascia stipendiale iniziale, senza alcun riconoscimento economico dellโesperienza pregressa.
Cosa viene riconosciuto
Gli anni nelle paritarie non sono del tutto โcancellatiโ. Hanno valore giuridico e possono essere utilizzati per:
- partecipare ai concorsi,
- ricostruire la carriera amministrativa,
- ottenere punteggio nelle graduatorie.
Quello che manca รจ invece il riconoscimento retributivo: non incidono sugli scatti stipendiali.
Dieci mila euro per diventare insegnante: la truffa delle scuole paritarie
Una linea giร seguita in Italia
La decisione della Corte UE si allinea a quanto giร stabilito in passato dalla Cassazione e dalla Corte costituzionale. Secondo i giudici italiani, infatti, non si tratta di una discriminazione, perchรฉ la distinzione รจ legata alla tipologia di scuola (statale o privata) e non al tipo di contratto.
Le conseguenze per i docenti
Per i docenti precari che hanno lavorato a lungo nelle paritarie, questa scelta si traduce in una penalizzazione economica pesante: anni di esperienza che non producono alcun vantaggio retributivo, con la conseguenza di rimanere bloccati nella fascia iniziale anche dopo molti anni di insegnamento.
In sintesi
Il servizio nelle scuole paritarie:
- vale giuridicamente (concorsi, graduatorie, carriera amministrativa),
- non vale economicamente (scatti di stipendio)
Una decisione che conferma la normativa italiana e che lascia migliaia di insegnanti penalizzati, pur nel rispetto โ secondo la Corte โ dei principi di paritร e non discriminazione previsti dal diritto europeo.
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